Una mattina una zingara (una storia di integrazione)

Una mattina boh della settimana scorsa stavo tornando al lavoro dalla banca, dove ero andato a portare con orgoglio il disgusto dei creditori e fare un paio di bonifici, quando nel parcheggio mi ferma 'sta zingara asserendo di dovermi dire una cosa bella.
Io ovviamente mi aspetto un complimento su quanto siano forti i miei capelli, e invece se ne esce con 'sta storia che vuol leggermi la mano.
"guarda zia davvero, non ci credo in 'ste cazzate e comunque non ho neanche nulla da darti"
Ma lei davvero eh, non vuole nulla, solo dirmi una cosa bella, e vabbè, allora leggi 'sta cazzo di mano, che poi a saperlo mi sarei fatto trovar pronto e ci avrei messo qualcosina tipo una barzelletta del cucciolone o quegli aforismi moscissimi che mettono le tipe per giustificarsi quando postano le foto un po' da mignotte, e non l'avrei lasciata lì a dover far finta di guardare le righe sul palmo, la poveretta.
Comunque se ne parte dicendo che gli ultimi tre anni non sono andati granché e boh, può essere che c'abbia avuto i miei cazzi, ma secondo me un po' tutti vediamo i cazzi degli ultimi tre anni un po' più cazzi, se stanno in media con gli altri, se non altro perché il ricordo è un po' più vivido dei cazzi dei tre anni prima, per dire. Ma ok.
E poi mi dice che mi fa male un ginocchio. E davvero mi fa male un ginocchio! Quando vado a correre, i primi dieci minuti sono un rosario a satana, per quel ginocchio (anche se sospetto sia un tentativo maldestro della mia coscienza per dirmi che a casa ho il condizionatore e il wifi quindi dove cazzo vado, dove cazzo vado).
Poi - machilavrebbemaidetto - mi chiede se ho una banconota. Non una moneta, giustamente, figurati se funziona con una moneta, mica è un flipper / un distributore di caramelle / la troia di sua madre.
Ta dah!: ho solo due carte da cinquanta. Ne tiro fuori una ma le premetto che non gliela lascerò.
No no, ma figurati se le interessano.
Me le fa piegare e riporre nella sua mano, chiude il pugno e mi ci fa disegnare sopra, con le dita, una serie di croci.
Io mi aspetto che apra la mano e magia! i soldi non ci sono, guardati nel taschino, i soldi sono nel mio taschino, ma poiché neanche ho un taschino i soldi son sempre lì e viene fuori che - toh - avevo un malocchio ma lei simsalabim me l'ha cavato e adesso mi aspetta un futuro di GRANSOLDI e ginocchia prive di dolore che neanche le caviglie di Pistorius.
A 'sto punto apre la mano e sputa sulle cinquanta euro. Sputa sulle cinquanta euro, porcatroia.
Ma che cazzo ti sputi che porcatroia fai un odore così forte che lo puoi praticamente toccare e se lo tocchi c'è scritto "germi" in braille? Cazzo ti sputi che magari poi certa gente con quei cinquanta euro vuole dormirci o infilarseli nel naso? Cazzo ti sputi, razza di schifosa?
Mi limito a "che cazzo fai?" e lei dice un paio di cazzate per divagare poi aggiunge che sì, insomma, mi ha cavato il malocchio, potrei anche lasciarglieli.
La mando affanculo e mi riprendo i miei soldi usando l'altra banconota come pinza; lei mi dice che se racconto quel che ha fatto il malocchio tornerà. E voglio dire, quel cazzo di malocchio era il mio, non è che m'ha chiesto nulla prima di toglierlo, magari mi ci ero pure affezionato ed eccomi qui a riprendermelo.
Comunque un paio di giorni fa sono andato a correre e il ginocchio andava alla grande. Grazie zia.
Morale: i truffatori devono morire male, ma sulla fisioterapia raga non scherzano un cazzo.

I 50 euro li ho lavati coi colorati.