un marziano a Roma

12 ottobre

Oggi un marziano è sceso con la sua aeronave a Villa Borghese, nel prato del galoppatoio. Cercherò di mantenere, scrivendo queste note, la calma che ho interamente perduta all'annunzio dell'incredibile evento, di reprimere l'ansia che subito mi ha spinto nelle strade, per mescolarmi alla folla. Tutta la popolazione della periferia si è riversata al centro della città e ostacola ogni traffico. Debbo dire che la gioia, la curiosità è mista in tutti ad una speranza che poteva sembrare assurda ieri e che di ora in ora si va invece facendo più viva. La speranza «che tutto cambierà». Roma ha preso subito l'aspetto sbracato e casalingo delle grandi occasioni.
Già a piazza Fiume non ci si muove più: Ia folla pressata, ondeggiante, aspetta, canta, grida, improvvisa danze Ho visto i primi ubriachi. l tetti degli autobus (fermi questi nelle strade come navi sorprese dall'inverno in un mare glaciale) brulicano di giovani e di bambini che urlano agitando grandi bandiere sporche. I negozi hanno abbassato le saracinesche.
Verso le sette ho incontrato pallido, sconvolto dall'emozione il mio amico Fellini. Egli si trovava al Pincio quando l'aeronave è discesa e sulle prime ha creduto si trattasse di un'allucinazione. Quando ha visto gente accorrere urlando e ha sentito dalla aeronave gridare secchi ordini in un italiano un po' freddo e scolastico, Fellini ha capito. Travolto subito dalla folla, e calpestato, si è risvegliato senza scarpe, la giacca a pezzi. Ha girato per la villa come un ebete, a piedi nudi, cercando di trovare un'uscita qualsiasi. Io ero la prima persona amica che incontrava. Ha pianto abbracciandomi, scosso da un'emozione che ben presto si è comunicata anche a me.
Mi ha descritto poi l'aeronave: un disco di enormi dimensioni, giallo e lucente come un sole. E il fruscio indimenticabile, il fruscio di un foulard di seta, al momento di calarsi al suolo! E il silenzio che ha seguito quel momento! In quel breve attimo ha sentito che un nuovo periodo stava iniziando per l'umanità. Le prospettive sono - mi dice - immense e imperscrutabili. Forse tutto: la religione e le leggi, l'arte e la nostra vita stessa, ci apparirà tra qualche tempo illogico e povero. Se il solitario viaggiatore sceso dall'aeronave è veramente
- e oramai, dopo il comunicato ufficiale, sarebbe sciocco dubitarne - l'ambasciatore di un altro pianeta dove tutto si conosce del nostro, questo è il segno che altrove «le cose sono più semplici». Il fatto che il marziano sia venuto solo dimostra che egli possiede mezzi a noi sconosciuti per difendersi; e argomenti tali da mutare radicalmente il nostro sistema di vita e la nostra concezione del mondo.
Al Policlinico, dove lo accompagno per farsi medicare le ferite ai piedi, incontro tra i contusi Giovannino Russo e Carletto MazzareIla. Il primo ha perso gli occhiali e non mi riconosce, il secondo ha perso le scarpe e non lo riconosco. Sono ancora stravolti dalle emozioni. Prima che la folla si scatenasse nel suo entusiasmo, hanno fatto in tempo a vedere il marziano! Dunque, è vero! La loro ironia (credevano in una mistificazione pubblicitaria) è caduta di colpo quando hanno visto scendere il biondo navigatore dall'apparecchio. Russo lo descrive come un uomo alto, di portamento nobile, un po' malinconico. Veste comunemente, come potrebbe vestire uno svedese - ha soggiunto Mazzarella. Ha parlato in perfetto italiano. Due donne sono svenute quando egli è passato, sorridente, tra i cordoni della polizia, per raggiungere l'auto del Prefetto. Nessuno ha osato avvicinarglisi troppo. Solo un bambino è corso verso di lui. La scena che è seguita ha strappato grida e la-crime ai presenti. ll marziano ha parlato al bambino, dolcemente, carezzandolo. Niente altro. Sorrideva ed era stanco.
Mazzarella è particolarmente entusiasta del marziano. Egli ne deduce che le marziane sono certo migliori delle spagnole e forse anche delle americane. Spera che il marziano abbia portato con sé i testi poetici della letteratura marziana.

13 ottobre

Il marziano è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, ieri notte. Verso le due via Veneto brulicava di folla come in una mattinata domenicale. Si formavano capannelli attorno ai fortunati che hanno visto da vicino il marziano. Le impressioni sono tutte favorevolissime. Sembra che il marziano conosca molto bene la nostra situazione economica, sociale, politica. È un uomo di maniere semplici ma compitissime. Non dà molte spiegazioni e non ne chiede nessuna. Quando gli hanno chiesto perché avesse scelto proprio Roma per la sua visita ha sorriso finemente. Sembra anche che si tratterrà a Roma molto tempo, forse sei mesi. Verso le due e mezzo ho incontrato Mario Pannunzio con il solito gruppo del «Mondo». Si parlava del marziano ma con un certo scetticismo, che mi ha stupito. «Non si hanno ancora notizie ufficiali» ha detto Sandro De Feo «il comunicato è stato smentito». Al che Pannunzio ha soggiunto: «Non ci credo nemmeno se lo vedo».
Alle tre sono uscite le edizioni straordinarie, vietate sino allora dalla Questura per motivi di ordine pubblico. Il marziano si chiama Kunt. Ha propositi pacifici benché altre aeronavi, a suo dire, incrocino nella stratosfera. Il viaggio da Marte alla Terra non dura più di tre giorni. Sulle conversazioni in corso tra il marziano e le autorità non si hanno indiscrezioni. Questo è tutto. Tornando a casa mi sono fermato a leggere un manifesto di un partito, pieno di offese per un altro. Tutte mi è sembrato di colpo ridicolo. Ho sentito il bisogno di urlare. Credo al marziano e credo soprattutto alla sua buona fede! Ero sconvolto. E chi incontro? Il vecchietto che guarda le automobili in via Sicilia, quello che ha il berretto con la scritta Journaux suisses. Gli ho dato tutto il denaro che avevo in tasca, non molto, gli ho baciato le mani, scongiurandolo, cristianamente, di perdonarmi.

14 ottobre

Le autorità hanno fatto recintare l'aeronave, che si potrà d'ora in poi vedere dietro pagamento di una tassa a favore di certe opere assistenziali cattoliche. Il marziano ha dato la sua approvazione. La tassa è stata fissata in lire cento, per permettere anche alle persone meno abbienti di vedere l'aeronave. Tuttavia i mutilati di guerra, i funzionari del ministero degli interni, i giornalisti con tessera possono entrare gratis. Gli enalisti, le scuole e le comitive possono ottenere uno sconto.

15 ottobre

Camminiamo per Roma come formiche impazzite, cercando qualche amico a cui comunicare la nostra inebriante felicità. Ogni cosa ci appare in una nuova dimensione. Quale il nostro futuro? Potremo allungare la nostra vita, combattere le malattie, evitare le guerre, dare pane a tutti? Non si parla d'altro. Più ancora che nei giorni precedenti sentiamo che qualcosa di nuovo si prepara. Non è la fine del mondo, ma il principio del mondo. C'è l'attesa del levarsi del sipario, resa più acuta da uno spettacolo che non conosciamo. È solo turbata, quest'attesa, dai facili profeti, da coloro che l'avevano sempre detto e che ora sono pronti alla nuova prova; dai comunisti, che hanno già tentato di accaparrarsi il marziano; dai fascisti, che avanzano il dubbio della razza.

18 ottobre

Sono riuscito finalmente a vedere l'aeronave. È impressionante. Le guardie di polizia sono gentili, parlano a bassa voce, quasi per farsi perdonare la loro presenza. Nessuno del resto commette il più piccolo atto irriverente. Un bambino che ha tentato di scrivere qualcosa col gesso sulla lucida superficie dell'aeronave è stato sculacciato dai genitori. Anch'io ho toccato, come tutti, l'aeronave e a quel calore metallico ho sentito una profonda dolcezza, mai prima provata. Sorridevamo io e uno sconosciuto, guardandoci, e infine ci siamo stretti la mano, spinti dallo stesso impulso fraterno, né dopo ho sentito vergogna della mia commozione. Sembra che l'aeronave abbia fatto già due miracoli, ma non è provato, benché alcune donne abbiano insistito per lasciare a terra delle targhe di marmo con i loro ringraziamenti. Un impiegato del Comune ha già preso l'appalto per le candele, ma il ricavato sembra che andrà a beneficio di un'Opera.

19 ottobre

Il ricevimento in Campidoglio ha avuto dei momenti bellissimi, mi dicono. Io non sono potuto arrivare nemmeno a piazza Venezia, tanto la folla premeva.
Qualche dissennato già se la prendeva col marziano. «Ma che è venuto a fare?» ha detto un fattorino. Gli ha risposto un suo compagno: «Vuoi mettere come si sta a Roma e come si sta su Marte? Tu ci staresti su Marte?». «Manco morto» ha replicato il primo. Poco dopo, ripassando, ho sentito gli stessi che parlavano di foot-ball. Domenica prossima ci sarà un incontro abbastanza importante.
Al Campidoglio, il Sindaco si è coperto di ridicolo parlando di Roma maestra di civiltà. Ci sono stati dei colpi di tosse. La gaffe era ormai irreparabile e il Sindaco non ha proseguito sull'argomento, limitandosi ad elogiare il sistema planetario, alla cui scoperta ha contribuito l'italiano Galilei con il suo cannocchiale, e con gli studi sul Sole. Il marziano sorrideva, e a un certo momento pare si sia chinato all'orecchio di un cardinale, che gli sedeva a fianco, per dirgli qualcosa. Il cardinale ha paternamente sorriso. Quando gli hanno offerto il diploma di cittadinanza onoraria il marziano ha detto poche parole. Gli altoparlanti le hanno trasmesse ma non chiaramente. La stampa le riporta, non è niente di eccezionale, forse ci aspettavamo un maggior impegno da parte sua; ma bisogna anche tener conto della delicata situazione del marziano, che si sente ospite.

21 ottobre

La prima fotografia del marziano, mi dicono, è stata venduta, la sera stessa del suo arrivo, per tre milioni, a una agenzia americana. Il fortunato fotografo poteva ricavarci di più ma ha ceduto di schianto alla vista dei biglietti di banca.
La vita dei partiti sembra essersi fermata. Oggi il marziano ha assistito ad una seduta della Camera dei deputati. Gli oratori balbettavano. Una proposta di legge sull'aumento di certe tariffe doganali è stata approvata all'unanimità, euforicamente. I deputati erano quasi tutti vestiti di scuro e si cedevano il passo l'un l'altro, con cortese freddezza. Tutti ostentavano di non guardare il marziano, ben sapendo che il marziano osservava tutti. Sembra che il marziano ne abbia riportato una buona impressione.

27 ottobre

Che cosa fa il marziano? Si attendono novità e si sperano grosse novità. Per ora i giornali si limitano a informarci sull'impiego del suo tempo. Verrebbe fatto di notare che partecipa a troppi ricevimenti, banchetti e cocktails: ma ha pure dei doveri di rappresentanza ed è solo a svolgerli. C'è forse una congiura del silenzio sulle sue intenzioni, che avrebbe chiaramente espresse alle autorità governative? I comunisti già lo dicono, benché velatamente. Si è anche parlato della sua decisione di andarsene e un giornale della sera ha venduto centomila copie dando la notizia, poi risultata falsa, che il marziano era ripartito.

3 novembre

La vita a Roma è tornata quasi normale. La Questura ha ristabilito la vecchia ora per la chiusura dei bar, e vasti rastrellamenti vengono operati nelle ore notturne, nei parchi pubblici, che erano ormai diventati il ritrovo di tutte le coppie. Sono in preparazione nove films sul marziano, uno dei quali con l'attore Totò.

5 novembre

Il marziano è stato ricevuto dal Papa. Ne dà la notizia l'«Osservatore Romano», senza tuttavia pubblicare fotografie, nella sua rubrica «Nostre informazioni». In questa rubrica, com'è noto, vengono segnati per ordine di importanza i nomi delle persone che iI Santo Padre ha acconsentito a ricevere in udienza privata. Il marziano è tra gli ultimi e così nominato: il signor Kunt, di Marte.

8 novembre

Oggi il marziano ha accettato improvvisamente di far parte di una giuria di artisti e di scrittori per l'elezione di Miss Vie Nuove.
Il marziano seduto tra Carlo Levi e Alberto Moravia, non ha detto una parola. I fotografi lo hanno letteralmente accecato coi loro lam-pi. Le beltà in gara sono passate inosservate. Alberto Moravia, nervoso, ha rotto la sua sedia, muovendosi.
La sera, incontro Carlo Levi, con altri amici. Mi accodo per sentire le sue impressioni sul marziano. Favorevoli. Il marziano conosce la questione meridionale, non certo quanto Levi stesso. È un uomo intelligente, benché la sua formazione risenta le lacune dell'insegnamento marziano. Tutto sommato, Carlo Levi ha molta simpatia per il marziano, che potrà fare molto, se seguirà i suoi consigli.
Gli ha dato dei libri da leggere e, tra questi, Cristo si è fermato ad Eboli, che il marziano conosceva nella edizione americana.

20 novembre

Il marziano sino ad oggi ha ricevuto circa duecentomila lettere.
Un corpo di segretari è impegnato a leggerle. Sono per la più parte di inventori incompresi, donne deluse, bambini buoni. In una lettera, col timbro di Catania, hanno trovato una sola parola: cornuto.
Ma arrivano anche lettere nelle quali si chiede al marziano di agire, presto, e lo si rimprovera di perdere un tempo prezioso. Già la delusione serpeggia. Mario Soldati che ho incontrato oggi in una libreria mi ha sussurrato all'orecchio: «Tradimento!». Ed è andato via, curvo sotto il peso dei suoi pensieri, come un congiurato che medita le dimissioni.

2 dicembre

Mi telefona F. per invitarmi ad un cocktail che dà oggi in onore del marziano. Rispondo io, imitando la voce della cameriera e dicendo che non sono in casa. Conoscere il marziano, fra gente che vorrà accaparrarselo, chi per raccontargli come stanno veramente le cose in Italia, chi per invitarlo ad un altro cocktail, chi per coinvolgerlo in un premio letterario, mi sembra inutile.

6 dicembre

Finalmente ho visto il marziano. È stato ieri notte, alle due, in via Veneto. Io e Pierino Accolti-Gil stavamo fumando, silenziosi, quando lo vedemmo venire, in compagnia di due ragazze, alte, cavalline, forse due ragazze di un balletto. Rideva e parlava in inglese. Smise di ridere quando ci passò accanto benché noi evitassimo di guardarlo. All'altezza dell'edicola dei giornali in via Lombardia il marziano si è incontrato con l'ex re Faruk, che passeggiava lentamente, annoiato. Non si sono salutati. L'ex re Faruk cercava delle sigarette e fece un gesto al vecchio che sta lì a venderle. «Pronti!» rispose il vecchio e corse verso il suo cliente.
Ci siamo avvicinati più tardi a due prostitute che stavano parlottando tra loro. Una diceva: «Vieni col marziano? E su, vieni!». L'altra appariva nervosa e seccata: «lo no. Vacci tu. Io col marziano non ci vado». Non ho capito se il suo rifiuto fosse dovuto a timore dell'ignoto o soltanto a malinteso nazionalismo.

18 dicembre

Parlavamo delle cose italiane, io e Vittorio Ivella, l'altra sera, quando lvella ha esposto la sua ipotesi. Non so perché mi ha molto divertito. Ha detto: «Ma per quale ragione sarebbe dovuto scendere proprio qui? lo dico che non è venuto di proposito: c'è cascato?». L'idea del marziano che è costretto ad un atterraggio di fortuna e si comporta come uno scopritore di mondi mi ha, ripeto, molto divertito. Tutta la sera non ho fatto che ridere, pensandoci. Attilio Riccio afferma invece che il marziano è un caso tipico di idolatria dell'ignoto. Egli prevede che finirà linciato. Si dice anche, e io lo noto a titolo di cronaca, che il marziano si è innamorato di una ballerina che si fa desiderare e parla di lui in termini ignobili.

20 dicembre

Oggi per la prima volta ho parlato col marziano. Mi trovavo a Fregene e l'ho subito riconosciuto. Passeggiava sulla spiaggia piena di sole ma battuta dal vento. Guardava il mare e si fermava a raccogliere conchiglie: qualcuna ne metteva in tasca. Poiché eravamo soli sulla spiaggia, si è avvicinato per chiedermi un fiammifero. Ho fatto le viste di non riconoscerlo; per non offenderlo con la mia curiosità e anche perché in quel momento desideravo star solo con i miei pensieri. È stato lui a dirmi, puntandosi un dito sul petto: «lo, marziano» Ho finto la sorpresa. Poi mi è balenata l'idea di intervistarlo. Pensavo di mettere giù un'intervista diversa dalle altre, una cosa un po' letteraria per intenderci, di spingerlo a considerazioni più vaste delle solite, che la presenza dei mare avrebbe forse giustificato,se è vero quanto dice Flaubert che il mare ispira ai borghesi pensieri profondi. Poi la pigrizia mi ha frenato. Avrei dovuto far domande, insistere, spiegare. No - mi son detto - accontentiamoci di guardarlo da vicino. La sua statura, enorme, mi ha sfavorevolmente colpito. È troppo alto, tanto da sembrare indifeso, come certi anziani uomini del nord che mostrano un'età inferiore a quella che hanno realmente ma che nel loro fanciullesco sorriso svelano una esistenza trascorsa senza grandi dolori e lontana dal peccato, cioè totalmente priva di interesse ai miei occhi. L'ho invitato a bere qualcosa. Al bar ha chiesto un whisky e, certo per ringraziarmi, mi ha messo una mano sulla spalla, sorridendo. Per un attimo soltanto, fuggevole e lieve impressione, ho avuto la certezza che fosse infelice.

22 dicembre

Il marziano ha accettato di fare una particina di marziano in un film che sarebbe diretto da Roberto Rossellini, il quale si sta interessando affinché al finanziamento del film partecipi una società marziana. Mario Soldati. che ho visto oggi da Rossetti, mi ha parlato del nuovo libro, che intende scrivere prima di cominciare il suo nuovo film. È una storia che si svolge a Torino, nel 1932.
Era molto felice, Soldati, raccontandomi la trama. Mi ha lasciato perché correva a farsi radere. Aveva fatto acquisti di papeterie. L'ho visto sparire come una farfalla.

6 gennaio

Le feste natalizie sono trascorse come al solito melanconicamente. E fa caldo! Mi sono attardato un po' stanotte, in via Veneto, perché non avevo sonno. Ad un tavolo di Rosati c'erano Pannunzio, Libonati, Saragat, Barzini e altri giornalisti politici. Parlavano della proporzionale. Ad un altro tavolo, il marziano assieme a Mino Guerrini, Talarico e Accolti-Gil. Era evidente che lo stavano gentilmente prendendo in giro. Uno sguattero dava già la segatura sul pavimento e quando sono passato ho sentito Accolti-Gil che diceva al marziano: «Se viene a Capri, a Pasqua, le faccio conoscere Malaparte. Grande ingegno, più di Levi. Profondo conoscitore della questione centrale e settentrionale». ll marziano annuiva, cortese e distratto. Poiché un cameriere, poco urbanamente, ha fatto capire che era ora di chiudere, tutti si sono alzati. Anche il marziano è uscito e sulla porta ci ha salutato, dirigendosi poi verso l'albergo Excelsior. Seduto all'ultimo tavolo, accanto alla pompa della benzina, angolo via Lombardia, c'era Faruk. Fischiettava guardando il cielo denso di nuvole rosa, preso anche lui in un suo pensiero malinconico. Poggiati i gomiti sulla poltrona di vimini, teneva le mani unite davanti alla bocca, agitava piano le dita e fischiettava. Ma sommessamente, come può fischiettare un re in esilio o un musulmano che si rappresenta l'idea del piacere. Due tavoli distante, alcuni autisti di taxi discutevano di foot-ball; e giù il vecchio delle sigarette trotterellava aspettando di essere chiamato da qualcuno. È questo un quadro a me così familiare che non manca mai di commuovermi e infatti ho sorriso pensando a questa dolce Roma che mischia i destini più diversi in un giro materno e implacabile. Al quadro si è aggiunto il marziano che è passato davanti agli autisti e a Faruk, allegramente ignorandoli, ma sporgendo un po' il petto. Verso l'Excelsior si è fermato, ed è tornato sui suoi passi. Non aveva voglia di andare a dormire, lo capivo bene. La noia della notte, la paura del letto, l'orrore di una stanza nemica che respinge lo tenevano ora inchiodato davanti ad una vetrina di giocattoli, ora davanti ad una vetrina di fiori. Sembra che su Marte non crescano fiori così belli come da noi...
Ha deciso infine di attraversare la strada e, a questo punto, nel grigio silenzio, qualcuno ha gridato forte: «A marziano!...».
Il marziano si è subito voltato ma ancora una volta il silenzio è stato rotto e stavolta da un suono lungo, straziante, plebeo. Il marziano è rimasto fermo e scrutava nel buio. Ma non c'era nessuno o, meglio, non si vedeva nessuno. Si è mosso per riprendere la sua passeggiata; un suono ancora più forte, multiplo, fragoroso, lo ha inchiodato sull'asfalto: la notte sembrava squarciata da un concerto di diavoli.
«Mascalzoni!» ha gridato il marziano.
Gli ha risposto una salve di suoni, prolungata, scoppiettante come un atroce fuoco d'artificio, che si è poi spenta in una corona di abili fiorettature solo quando il marziano ha potuto confondersi nella piccola folla che stazionava davanti al Caffè Strega. Abbiamo potuto dedurre che i giovinastri erano in folto gruppo, nascosti dietro l'edicola di giornali di via Boncompagni.
Più tardi, tornando a casa ho visto Kunt che si dirigeva, solo, a lunghi passi morbidi, verso Villa Borghese. Sopra le chiome dei pini brillava il rosso puntino di Marte, quasi solitario nel cielo. Kunt si è fermato a guardarlo. Si parla infatti di una sua prossima partenza, sempre se riuscirà a riavere l'aeronave, che gli albergatori hanno fatto, si dice, pignorare.


Ennio Flaiano