Su Niente di vero di Veronica Raimo

Leggere "Niente di vero" di Veronica Raimo mi ha fatto prendere definitivamente coscienza di una cosa un po' triste: tutti gli scrittori della mia generazione (la Raimo appunto, Paolo Giordano, Mario Desiati più altri nati nella decade 75-85) scrivono tutti esattamente nello stesso identico modo, cambia soltanto l'uso più o meno parco delle parolacce e la descrizione delle famiglie, tutte rigorosamente con grosse librerie fornitissime. Anzi, in fondo pure le famiglie sono sempre identiche: padre assente e madre religioso/delirante/ remissiva.

 

C'è sempre lo stesso immaginario piccolo borghese italiano, i classici studiati nei licei e poi abbandonati, il grunge, la lettura di tutto il catalogo della Minimum Fax, Houellebecq vivisezionato prima che fosse politicamente antifemminista leggerlo, Ammaniti  nelle estati tra il ginnasio e il liceo, la fuga a Berlino dopo i 20 anni, la famiglia affettuosa ma vista con disprezzo, il lavoro culturale precario e naturalmente il sempiterno Foster Wallace come santino sul comodino, Franzen a palla, e il padre di tutto il minimalismo come faro guida: Carver.

 

Quello che ha un più ampio ventaglio di possibilità è Desiati perché si sente ha letto più autori diversi. In Spatriati cita poeti  e scrittori pugliesi piuttosto dimenticati. 

 

La Raimo addirittura vola alto quando dice (è un 78, la capisco) che leggeva Proust e guardava Beverly Hills 90210. Ma dai... E il pranzo dalla duchessa di Guermantes? E T'appartengo di Ambra? 

 

Forse la spiegazione è che c'è un unico editor (sono usciti tutti almeno una volta per Einaudi) che riscrive tutti i romanzi azzerando le differenze. Il risultato è che sembra di leggere un blog, bello per carità, con una scrittura potente, pulita, dove la mia generazione cresciuta da Berlusconi può riconoscersi in tutte le sue sfighe senza figli. 

 

Non c'è mai una sbavatura, mai un inciampo, mai un brutto vero. 

 

Naturalmente tutti e tre hanno vinto il Premio Strega, il premio mediaticamente più importante che abbiamo in Italia.

 

In confronto a loro I Promessi Sposi è Il Pasto Nudo.

Emiliano Michelini