PSYCOSORRENTINO

Se c'è una cosa che non funziona nel cinema di Sorrentino e' il sesso. Per sua stessa ammissione Sorrentino non sa creare personaggi femminili, quindi non può che essere a disagio con il sesso, e di conseguenza con le figure genitoriali.

Invece non è a disagio nel mostrarsi cinico riguardo la messa in scena che è un funerale, ammettendo pertanto inconsciamente la sua incapacità di commuoversi per la morte dei genitori, morte estremamente napoletana e sorrentiniana, causata da una stufa rotta che provocò una fuga di gas.

È la morte dei genitori che libera Sorrentino 17enne da ogni aspettativa e gli dà la possibilità di fare il regista, come Salieri in Amadeus: attraverso la morte dei genitori Sorrentino diventa quello che avrebbe voluto essere, e non quello che sarebbe stato.

Un sacrificio così grande per la propria affermazione necessariamente provoca un senso di colpa, per cui in tutti i suoi film sussiste una colpa espiata ingiustamente e una punizione insensata per quella colpa:
- Antonio-Renzi costretto al suicidio e Tony-Servillo che uccide chi ha indotto Antonio a uccidersi in L'uomo in più;
- Titta-Servillo costretto nell'albergo in Svizzera, lontano da una famiglia che comunque non desidera, e la sua scelta di essere ucciso ne Le conseguenze dell'amore;
- Geremia costretto dalla madre a vivere infelicemente e la punizione che lo colpisce per aver cercato il sesso in L'amico di famiglia;
- la persecuzione nazista per il padre di Cheyenne (che non ha una sessualità comune all'interno della famiglia e non intende avere figli) e la punizione del suo persecutore alla fine di This Must Be the Place;
- il disprezzo per i personaggi di madri che nutre Jep Gambardella, e la morte dei due personaggi di figli (Marinelli e la Ferilli), l'impossibilità di poter vivere l'amore e procreare, sia come autore che come padre, di Jep.

L'arte si conferma l'esposizione di quello che dovrebbe essere, e non quello che è.