Madame Bovary

La serata con lei è stata davvero bella. Si ride sul fatto che, ai tavolini a cui siamo seduti, un tempo oziavano intellettuali ed artisti del calibro di Piero Manzoni, Benito Mussolini, Roberto Crippa, Lucio Fontana.
Andiamo a cantare. Lei canta Anna Oxa, è molto stonata, ed io mi ritrovo a pensare che è molto bella. “Sei molto bella” è una cosa che le dirò anche più tardi, lei mi risponderà, un po’ civetta, “mi pare riduttivo” ed io “forse la tua definizione di molto bella è riduttiva”. Lei sorriderà, sempre civetta.
Andiamo ai motorini. “Qual è il tuo?”, “Quella” faccio io. “E’ di fianco al mio! L’hai fatto apposta?” “No. Cioè…sì”.
Ci baciamo e glielo dico di nuovo: “Sei molto bella” - “Stiamo insieme il weekend?” - “Non lo so, sarebbe bello”.
Buonanotte. Il suo messaggio, alle tre di mattina, è “ci vediamo venerdì alle 9 alla Feltrinelli di via Manzoni, davanti a Madame Bovary.”
Rispondo dopo un giorno, in cui ho pensato molto a lei. “Ok, porto il borsone da viaggio”, le scrivo. Mi risponde: “Ci ho pensato, è meglio di no.”
Alle 9.00 in punto di venerdì sono comunque lì, davanti ad una copia di Madame Bovary. Solo.
Perché la Feltrinelli? Perché quella? Perché Madame Bovary? Ha detto le 9, intendeva di mattina o di sera? Beh, la Feltrinelli è chiusa alle 21, avrà sicuramente inteso le 9 di mattina. Che scemo, lei ha già deciso, non ci sarà.
Io dovevo esserci, per il semplice motivo che quelli dei film avrebbero fatto così.
Il tempo passa, sono le 9.06, sempre solo. Penso appunto a quel film, due si incontrano in un viaggio, si amano, si danno appuntamento sulla cima dell’Empire State Building, però lui o lei vengono investiti da un bus o che ne so, e lui o lei rimane in sedia a rotelle. Quell’altro è sulla cima dell’Empire che aspetta.
Ha avuto l’incidente del film, è evidente. No, sarà in ritardo.
Quanto è opportuno aspettare una persona ad un appuntamento del genere? Ho sentito che Paulo Coelho ha scritto un libro che si intitola “Undici minuti”, in cui sostiene che la media di un rapporto sessuale duri così. Io non leggo Coelho perché, per partito preso, mi fa schifo. Che poi, non poteva questo signore, invece di scrivere quel libro osceno, scrivere un’opera in cui si indica il tempo massimo in cui uno nella mia situazione deve aspettarla in Feltrinelli davanti ad una copia di Madame Bovary, dopo che lei gli ha detto che non sarebbe venuta? Paulo, sei uno stronzo. Anzi no, sei solo uno scemo di nessun aiuto, perché, se anche tu avessi scritto quel libro che ora tanto mi servirebbe, non l’avrei mai letto, sia chiaro.
Sono le 9.30, lei non c’è e non ho sentito sirene di ambulanze in lontananza. Partire per un weekend con lei si trasforma in un attimo in... andare a lavoro.
Inforco la vespa, col borsone da viaggio a tracolla. Contiene sia costumi che maglioni. Non sapevo, infatti, se lei avesse preferito andare al mare o in montagna.
Ci penso mentre sono fermo al semaforo. Scatta il verde, ma io sto fermo.