la vita che non so

L’unica cosa che so
è che la vita che vorrei
è la vita che non so
che mi passa accanto
oppure immagino soltanto
quella del fidanzato di shakira
di un’oligarca russo della gazprom
o di qualsiasi altra persona
e passo il giorno sognando
la perversione di morire, invecchiare
la perversione di essere un pomeriggio
un pomeriggio di autunno sulla strada per Hannover
la nostalgia di qualunque cosa
di sudare in magliette sintetiche della ddr
la nostalgia di un futuro che non avrò
di un presente che non ho
di un passato che non ho avuto mai.
Guardo l’orizzonte
e vorrei essere tutte le cose che ci sono
tutte le persone
eppure, quando ci provo a parlare
non ho niente da dire
c’è un istante, prima del presente
in cui tutto è bello, perfetto
ma poi non è così
eppure io insisto
la vita è la maggiore umiliazione
che una persona possa subire
nella desertificazione delle possibilità
che avanza ogni giorno
mentre si perlustrano le vastità
delle solitudini australi
eppure, in questa moltitudine sconfitta
nessuno è disposto a rinunciare
per quanto miserabile
a sé stesso
a cancellare tutte le sue sconfitte
i suoi dolori, i suoi vani tentativi
pur di mantenere in vita
quel flebile sogno
di una vita che nemmeno sa