La variante limone

Dialogo tra due dipendenti della Coprue & Partners, agenzia di pubblicità. Uno passa il brief, l'altro riceve il brief.
ACCOUNT: Allora, diciamo questo: bisogna dare enfasi uno al fatto che BelloBellissimo pulisce bene.
COPY: Sì.
ACCOUNT: E enfasi due al fatto che sa di limone.
COPY: Sì.
ACCOUNT: Però la richiesta del cliente è che, mentre dici che pulisce bene, devi far capire subito che sa di limone.
COPY: Sì.
ACCOUNT: E' molto importante questo fatto del limone, anche se devi dire che pulisce bene. Todo claro?
COPY: Sì. Però non ho capito un dettaglio. Come cosa più importante, bisogna dire che questo detersivo pulisce bene o che sa di limone?
ACCOUNT: Mmmnmm, E' vero che è un detersivo, ma direi, per assurdo, che in percentuale vedo un sessanta e quaranta. Cioè: importanza sessanta al fatto che sa di limone e importanza quaranta al fatto che pulisce bene. Anche perché più o meno, ormai, pulire puliscono tutti alla stessa maniera. E il limone la cosa che differenzia.
COPY: Quindi una cosa tipo "il limone col detersivo dentro"?
ACCOUNT: E' molto buono, sì. Però mettere prima la parola "limone" può generare un misunderstanding nel consumatore. Magari uno sente solo la prima parte della comunicazione, sente "limone", e pensa subito, non so, a una bibita al limone.
COPY: Be', certo.
ACCOUNT: Bisogna stressare anche il discorso detersivo.
COPY: E come?
ACCOUNT: Adesso non saprei, non voglio importi una soluzione troppo razionale, sei tu il creativo.
COPY: "Il detersivo col limone dentro"?
ACCOUNT: E' molto buono, anche questo. Però se diciamo subito "detersivo", sembra che il prodotto magari non abbia profumo. Non si enfatizza abbastanza la qualità profumante, che poi è quello che il cliente vuol vendere.
COPY: Be', certo.
E così per ore...


Tratto da W. FONTANA, L'uomo di marketing e la variante limone, Bompiani