La buona moglie e la colf

Una parola su un tema molto "famoso", ma affrontato spesso in modo errato: in che rapporto è la buona moglie con le faccende domestiche? È vero che la buona moglie non utilizza nessun aiuto esterno, e in casa fa tutto da sola?
Ovviamente no, cari amici. La buona moglie vive con pienezza il tempo e il luogo (e il rango) che le è stato assegnato. In questa epoca è molto comune che venga chiamata a lavorare, o comunque sia impegnata in faccende mondane che la tengono lontana da casa per gran parte del giorno, e abbia quindi bisogno dell'aiuto di una collaboratrice familiare (spesso abbreviato in 'colf'). E ciò è estremamente legittimo, quasi doveroso. Perché "l'arte dei servizi", ciò che conta veramente, resta scolpita nel dna della buona moglie al di là della prassi quotidiana. Pur dovendo delegare (spesso a malincuore), ella sa di non avere rivali nel pulire a terra, stirare, lavare il terrazzo, rammendare, piegare le camicie, spolverare, etc.. Conosce tecniche ancestrali, affinate nei secoli da accorgimenti sottilissimi. Questo suo patrimonio inestimabile, atemporale, inalienabile, e non la contingenza di questa polvere o quella tovaglia, distingue la buona moglie dal resto dell'umanità.