la buona moglie

La buona moglie su una spiaggia di ciottoli inganna il tempo raccogliendo pietre colorate e vetrini levigati, li conserva e poi li applica sapientemente su cornici di legno contenenti foto dei figli, posate senza un criterio rigoroso sulle mensole spartane della/e casa/e al mare.

La buona moglie generalmente non si trucca, ma quando è necessario sa come diventare la regina della matita negli occhi.
("Ma figurati, è proprio un filo :) <3 ").

Buona moglie, regina dell'oikos, custode delle soft skills.

La buona moglie ha portato fino a 16 anni l'apparecchio ortodontico, il quale l'ha forgiata nello splendido sorriso e un po' anche nello spirito.

La buona moglie non ama viaggiare; tuttavia, le piace molto andare in vacanza.

La buona moglie tutto quello che sa sul mondo l'ha imparato dalla Settimana Enigmistica.

La buona moglie, se necessario, finge di seguire il marito anche nel tifo sportivo. Ella però, in realtà, non tifa: simpatizza. Poiche alla buona moglie appartiene non l'esser distaccata ma l'esser misurata, e compatire e attenuare le passioni sfrenate dell'uomo.

La buona moglie ha fatto nuoto dai 2 ai 7 anni, poi danza dai 7 ai 12, poi pallavolo fino ai 15 quando, non senza rammarico, ma per più grandi - e già precedentemente discussi - impegni di conservatorio, ha dovuto smettere ogni attività sportiva.

La buona moglie fa immancabilmente gli auguri per l'onomastico di amici e parenti fino al terzo grado.
(Nel caso di onomastico di un figlio fa anche una torta).

La buona moglie non fa gli auguri su Facebook, neanche in privato, perché non ama mescolarsi al consistente numero di ninfette 

La buona moglie nei sabati mattina di maggio indossa solo una levissima tunica bianca e un "GI - Vocabolario della lingua greca".

La buona moglie non può sopportare di condividere la casa con un gatto.

quando la buona moglie tiene sapientemente in braccio il figlio di una non buona moglie, quest'ultima per un attimo percepisce nitidamente tutte le proprie lacune, i propri errori, gli egoismi, le spigolosità caratteriali, le difficoltà personali e coniugali evitate e mai affrontate; per quel lungo attimo, la pervade un sentimento che più che invidia per l'amica è stima incolmabile e rassegnata, e vorrebbe solo abbracciarle le ginocchia e piangere. Poi invece, per fortuna, l'inerzia del mondo prevale, e la vita torna a scorrere coi suoi traumi minori.

La buona moglie lotterà senza tregua e senza quartiere contro la silenziosa, barbarica estinzione dello stirare e del rifare il letto; e anche quando il mondo avrà vinto, quando queste pratiche verranno vietate da potentissime leggi contro il femminicidio, nella tenue luce carbonara della cucina ella le tramanderà alle figlie, affinché anch'esse un giorno potranno servire l'Idea.

La buona moglie non ha i polpacci.

La buona moglie, lontana anni luce da ogni forma di intellettualismo e masturbazioni affini, difficilmente viaggia in paesi del secondo o terzo mondo, soffrendo profondamente alla vista della povertà, e non trovando in quest'ultima nessuna poesia.

La buona moglie da maggio a ottobre indossa solo espadrillas alla schiava con zeppa.

La buona moglie sa porre rimedio anche alla rottura di una zip.

Nel presentarsi agli appuntamenti, la buona moglie non è ritardataria, ma non è neanche esattamente puntuale: arriva sempre (e sempre in maniera involontaria e spensierata) con 120/150 secondi di ritardo, il lasso di tempo ideale per essere concupita nell'attesa dal buon marito (il quale, per chiarezza, arriva spaccando il minuto), senza però rischiare di scadere nella mancanza di rispetto - e in tutto ciò che di dannoso ne può conseguire.

La buona moglie intrattiene con la buona frutta un rapporto di conoscenza atemporale: esse abitarono da sempre insieme, in una semplice villetta nell'Iperuranio. Ciononostante, nelle mattine d'estate la buona moglie si diletta nel perder tempo dietro ai mercanti, fingendo di lasciarsi abbindolare dai loro consigli, provando ora quest'acino, ora questa percoca, per poi, quasi in maniera “fortuita”, tornare a scegliere ciò che da sempre ella voleva per suo marito e i suoi ragazzi.

La buona moglie ha avuto un'infanzia un po’ pesante, perché la madre la incoraggiava fortemente a studiare pianoforte, anche quando magari a lei non andava tantissimo. Prima dell'esame dell'ottavo anno dovette legarle i piedi al piede del piano, e il dottore le consigliò alcune pillole per il mal di testa e il pianto. Poi però è stata meglio, ed è rimasta contenta del sacrificio fatto.

La buona moglie è cresciuta in una città con meno di 300.000 abitanti.

La buona moglie parla un distintissimo italiano, ricco di vocaboli e impreziosito da una leggera inflessione* che tradisce il paesino di provincia in cui è cresciuta.
(*)La stessa inflessione diventa pieno dialetto quando ella sgrida i pargoli o quando è al telefono con le sorelle.

Sempre intorno al linguaggio, in ciò che dice e scrive la buona moglie sa essere profonda ma non è mai sentenziosa, lapidaria. Ciò è rispecchiato nella calligrafia, né rotonda (da femmina adolescente) né appuntita (da farmacista), bensì equilibratamente “corsiva”.

Se del caso, alla buona moglie piace anche ballare, conversare, fare festa e bere il vino; e quando la festa sarà finita, sarà ugualmente contenta nel rassettare e far accomodare gli ospiti che hanno ecceduto col bere. Difatti ella è saldamente radicata nel reale, e guarda con imperturbabile serenità ad ogni fase, ad ogni ciclo dell'esistenza mondana.
Esclusa quella fisica, spesso legata alla gravidanza, la buona moglie non conosce nausea.

La buona moglie piega accuratamente e conserva la carta dei regali, "perché è un peccato buttarla". Poi, negli anni, non è detto che verrà tutta effettivamente riutilizzata; ma quella piccola prassi di rivoluzione anticonsumista rimarrà ben impressa nella memoria dei ragazzi.


perché non esiste opera analoga riguardante il buon marito?
essendo la mente femminile programmata secondo logiche paraconsistenti, trattare in maniera seria del "buon marito" è semplicemente impossibile.