Il Transito di Venere

quel perpetuo errore che è la vita (Marcel Proust)

Il passaggio di Venere davanti al disco solare, Un fenomeno che permette una visione particolarmente chiara del pianeta, ma che è molto raro. «Un francese era partito per l’India per osservare un transito, ma guerre e sventure l’avevano trattenuto lungo la strada. Perduta quella prima opportunità, attese otto anni in Oriente per il transito successivo, quello del 1796. Ma quando giunse il giorno, per la visibilità capricciosamente scarsa, non vide nulla. E il transito successivo era dopo un secolo». Un uomo dedica la propria vita a quel preciso momento, a quel determinato appuntamento. Quando poi lo perde aspetta anni per una seconda possibilità e quando questa si presenta, per un capriccio del caso, in un attimo, manca di nuovo l’incontro. «Anni di preparazione. E poi, da un’ora all’altra, tutto finito».

Quel perpetuo errore che è la vita, una lunga, spesso interrotta, sequenza di interpretazioni sbagliate, è la vita, un’ostinata convinzione di aver capito, di capire gli altri, di capire chi ci sta accanto, di possedere l’altro, di controllare il mondo, quando in realtà non abbiamo mai capito nulla. E di nulla capiamo meno dell’amore.

 

E cos’è l’amore se non un transito, l’attraversamento di un territorio abitato da popolazioni nomadi. Una sfera che appartiene alla caducità crudele delle cose terrene anche se ci piace immaginarlo fatale come un destino e preciso come un oroscopo. Ma con l’oroscopo condivide un’unica caratteristica: che funziona solo all’indietro. Dice di prevedere il futuro (“saremo felici per sempre insieme”) ma è solo un’interpretazione, una lettura, che applichiamo al passato. Come un gruppo di stelle in cui solo a posteriori sapremo riconoscere l’asterismo di una costellazione.

 

Perché la tragedia non è l’amore quando passa, ma l’amore quando resta e a passare è tutto quello che c’è intorno. Quando sopravvive a tutto, l’amore, ai capricci, ai malintesi, al disamore altrui, ai disastri intorno, alle perdite, a tutto, sopravvive, tranne che a se stesso: è in quel momento, in quel tempo postumo che può durare l’istante di una presa di coscienza o una vita intera. Quando resta bloccato, l’amore, come un astronomo dall’altra parte del mondo in una notte di pioggia.

Francesco Guglieri