contro freaks out

  1. Va bene essere contro il poraccismo-per-forza, ma ancora di più bisogna combattere il complesso di inferiorità (sappiamo tutti verso chi) che se non spendi 20 milioni per fare un film sei uno sfigato, e devi rovinare tutto già dalla prima scena nel teatro con quel bombardamento stile soldato Ryan.
  2. Questa generazione di autori che dopo mezzo film andato bene pensano di essere Sergio Leone, mentre l'unica speranza per il cinema italiano è fare piccoli film convincenti, ben scritti, amati. Sulla realtà e non sul cinema. Questi sono film sul cinema, e alla gente non frega più nulla del feticcio del cinema.
  3. I supereroi Marvel esistono e hanno ormai un ruolo (forse comunque regressivo ma ok), fanno parte di un sistema di simboli riconosciuto, rappresentativo. Questi supereroi acciaccati in salsa romanesca non hanno nessun pubblico, non c'è nessun impero militare dietro a sostenerli e nessuna ambizione culturale davanti.
  4. È la famosa invasione asperger del mondo. In cui le emozioni sono tutte formalizzate secondo i manualetti di Hollywood, e in fondo l'unica cosa che conta è la tecnica.
  5. Sono film tecnocratici. Vengono ideati e scritti sulla base di come fare gli effetti speciali, come girare le scene. Questi registi sono persone fantasiose dal punto di vista visivo ma non hanno nessun contatto con la realtà. Soffrono e godono a seconda di come vanno i film.
  6. Facciamo un passo indietro, mostriamo una storia d'amore, di lavoro, un eroismo quotidiano. Basta gente fluida, con tre gambe, immigrati, tutti teorizzati, tutti fatti da persone che non hanno alcuna esperienza diretta con questo tipo di sofferenze. Non per fare i woke ma se la nostra proposta rappresentativa è così mediocre allora forse hanno ragione loro: i senegalesi facciamoli raccontare ai senegalesi, gli iraniani agli iraniani, gli storpi agli storpi.
  7. Basta col pariolino miliardario di Roma nord che ci racconta degli storpi che salvano il mondo, è la parodia di come Nietzsche considerava i sacerdoti. Queste persone non possono raccontarsi perché sono vuote. E quindi si riempiono di cazzate identificative per svettare sulle élite, che è l'unico mondo con cui hanno a che fare, e usano la parodia degli ultimi come leva per restare in quella élite. È disgustoso, è peggio del cattolicesimo seicentesco ed è la negazione delle nostre radici cristiane, è un cinema senza dio e senza anima.

Vittorio Ray