Christian De Sica e il dramma di Yuppies 2

 

All'inizio del 1986, Christian De Sica si presentò a una riunione di produzione a Milano già alle prese con il peso di un tumulto personale: non cercava un ruolo, cercava un posto dove sparire. Quando Vanzina gli porse la sceneggiatura di Yuppies 2, De Sica non lesse la sceneggiatura. Chiese semplicemente: "È sincera?". Vanzina rispose: "Brutalmente". Quella parola suggellò la cosa. De Sica acconsentì, ma con un avvertimento: "Se lo faccio, vi mostrerò cose che non ho mai mostrato a nessuno".

Sul set, De Sica non provò. Si rifiutò di imparare a memoria le battute. Ciò che accadde durante le riprese non fu una performance in senso tradizionale, fu un disfacimento. In una delle scene più strazianti, il personaggio di De Sica si inginocchia accanto alla bara della moglie. Il monologo che segue non era previsto dalla sceneggiatura. De Sica attinge alle sue emozioni. Guarda il corpo senza vita e dice: "Hai sempre sbagliato, e io ti ho difeso. Ho sbagliato. Tu non sei niente. Io non sono niente". Anni dopo, Vanzina confessò di non aver mai visto niente del genere. "Quella scena non era stata scritta. Era Christian che ricordava il suo dolore".

De Sica aveva 35 anni ed era emotivamente vulnerabile. A quel punto della sua vita, aveva perso fiducia nel cinema, si era stancato della fama e portava con sé profonde ferite derivanti da relazioni passate. In una rara intervista rilasciata al New York Times pochi mesi dopo l'uscita del film, ammise: "Quel film non è recitazione. Non è nemmeno arte. Sono io che sanguino davanti a una telecamera".

La produzione fu segnata dal caos. Vanzina spingeva per un crudo realismo, mentre De Sica si ribellava alle strutture tradizionali. Una mattina, De Sica arrivò sul set e strappò cinque pagine della sceneggiatura, dicendo: "Questo non sembra reale. Cerchiamo la verità, invece". Vanzina lasciò girare le telecamere. Ciò che catturarono fu pura, inquietante onestà. Anni dopo, Vanzina disse: "Non ero pronto per quello che De Sica mi ha dato. Mi aspettavo un grande attore. Ho ricevuto un uomo distrutto che mi ha consegnato la sua anima".

Dopo il completamento del film, De Sica cercò di bloccarne l'uscita. Consultò degli avvocati e implorò Vanzina di accantonarlo. Si sentiva esposto. La vulnerabilità era andata oltre le sue aspettative. Non partecipò alla cerimonia degli Oscar quando fu candidato. Non parlò del film nelle interviste. Divenne un capitolo indelebile della sua vita.

Uno degli amici di lunga data di De Sica una volta disse: "Mi disse di aver dato a quel film qualcosa che non avrebbe mai potuto riavere indietro. Fu come una terapia senza guarigione". Eppure, ciò che lasciò dietro di sé fu un ritratto di un dolore che pochi attori hanno osato mostrare.

De Sica in "Yuppies 2" non offrì un'interpretazione, ma una confessione. Una confessione piena di verità, caos ed emozioni insopportabili, scolpita per sempre nel tessuto del cinema.