Arrival di Denis Villeneuve - Venezia 73
Quando gli alieni vedono troppa fantascienza
Denis Villeneuve è un regista che in Italia non è ancora conosciuto come merita, e chissà che questo sbarco a Venezia 73 insieme a una coppia di alieni decisamente eterei non lo faccia apprezzare anche da noi.
Arrival si presenta come un film perfetto nella prima mezz'ora tanto da togliere il fiato in sala quando la linguista Amy Adams, contattata per interpretare il linguaggio degli alieni che sono atterrati in 12 punti del pianeta Terra, entra per la prima volta in contatto con loro nell'astronave.
Le scelte minimaliste di Villeneuve nel mostrare gli alieni sono molto eleganti, ma pagano dazio con Interception di Nolan e Stalker di Tarkovskij, mentre divertente è l'ironica citazione della coppia di alieni che si ritrovano in ogni speciale di Halloween dei Simpson.
Il film purtroppo si semplifica troppo verso il finale, anche se la risoluzione è commovente, sottolineata da una splendida colonna sonora e si ricollega all'altro film presentato in giornata, The Light between Oceans.
Amy Adams impacciatissima e appesantita, Jeremy Renner impalpabile, anche la palpebra calata di Forest Whitaker non è più carismatica come un tempo.
Un film alla fine godibile ma che non riuscirà a vincere nessun premio in questa edizione del Festival del Cinema di Venezia.