Apprezzare Jovanotti

Apprezzare Jovanotti vale ad ammetterti solo nella comunità di quelli che scopano al liceo, si sposano prima dei 30 anni, fanno figli prima dei 35 e li postano su Facebook con uno smiley sorridente in faccia, perché loro sono felici di essere al mondo e così la loro progenie.

Posso anche invidiarli, nei momenti peggiori. Ma finisce lì.

Avevo 7 anni suonavo il pianoforte ed ascoltavo Mozart, il più delle volte estasiato.

Ero un bambino e tutto era nuovo.

Ho capito che la mia vita sentimentale non sarebbe stata facile dopo aver conosciuto il mio primo amore.

Stefania, mia compagna alle elementari, che ascoltava Jovanotti ed aveva suoi poster nella stanza.

Io pensavo a quanto l’amavo ed ero convinto l’avrei conquistata con la poesia dei miei sentimenti.

Sono diventato maturo all’improvviso, in un momento ben specifico: quando l’ho sentita canticchiare il ritornello “SEI COME LA MIA MOTO SEI PROPRIO COME LEI, TI PORTO A FARCI UN GIRO FOSSI IN TE IO CI STAREI”.

Ero solo un bambino, ma si era rotto qualcosa dentro di me e sono diventato un cinico.