Amor di perdizione, Camilo Castelo Branco

Diciotto anni, quel rossore dorato e scarlatto del mattino della vita
quelle grazie del cuore che ancora non sogna di frutti e si inebria
del profumo de fiori, dell'amore di speranza di quell'età
il passaggio dal seno della famiglia, dalle braccia della madre
dai baci delle sorelle alle più dolci carezze della vergine
che lieve gli si schiude accanto
come fiore della stessa stagione e dallo stesso aroma
e nella stessa ora della vita
E bandito dalla patria, dall'amore, dalla famiglia
mai più il cielo del Portogallo, né madre né un amico
amò, si perdette e morì amando

Chi mai vide una vita amorosa e non la vide affogata
nelle lacrime della sventura o del pentimento
a quale oscurità mio Dio porta la dedizione al sentimento
che un ragazzo perdette la libertà e la pace
per amore di una donna, la creatura più plasmata dalle dolcezze della pietà
che porta con sè dal cielo un riflesso della divina misericordia
che ci diede la vita ma non di discernere quale fragile vetta di gioia
si affaccia su un abisso di dolore
amò, si perdette e morì amando

Nel 1846 sposa Joaquina Pereira che in breve lascia con una figlia
conosce Isabel Candia, una suora, Maria do Adro morta tisica
Patricia Emilia rapita e abbandonata con una bambina
Ana Placido, sposa di un uomo deciso da suo padre
sarà la sua amante e per il reato di di adulterio segregata nelle carceri
Camillo si consegna alla giustizia e finisce nella stessa prigione
quando vengono liberati, hanno due figli, uno demente, l'altro vagabondo
oppresso dalle difficoltà economiche
si consuma in una sfrenata attività letteraria
diventato cieco si uccide con un colpo di pistola
amò, si perdette e morì amando