80 anni di Silvio Berlusconi in un momento

Ho capito che questa nazione non avrebbe mai fatto veramente i conti con il berlusconismo il 10 Gennaio 2013. Quando Berlusconi, con un colpo di genio che solo i pugili feriti, ammaccati, messi all’angolo e osteggiati da tutto lo stadio - con pure l’arbitro contro - ma dotato di quello straordinario talento che poi diventa puro ‘cinema’, tira fuori un fazzoletto e pulisce la sedia su cui era seduto il suo avversario, il Mike Tyson del giornalismo: Marco Travaglio. In quel momento Berlusconi non ha solo vinto il duello, ma ha completamente rovesciato il tavolo, modificato le regole del gioco un’altra volta e guadagnato un ‘momentum’ significativo per gli ultimi giorni di campagna elettorale. Vi ricordate il contesto? Berlusconi dato morto da tutti i sondaggi, ai minimi storici di popolarità; il centrosinistra retto da Pierluigi

Bersani in vantaggio e destinato a un’agile vittoria; ancora nessuno riusciva a decifrare la dimensione del Movimento 5 Stelle. Per Marco Travaglio, in quel momento storico assurto a ruolo di catalizzatore e decifratore degli umori (anche bassi) di un popolo bipartisan che voleva semplicemente una nuova stagione, era l’incontro decisivo, il sogno di una vita. Guardate il video : è emozionatissimo.

Un conto è snocciolare dati e sentenze contro i primi politici e corifei mandati apposta a farsi massacrare. Un altro è avere davanti Berlusconi. Lui incassa. Ride. Finge disinvoltura. Tutti i film sulla boxe dicono che la prima qualità di un pugile è quella di incassare un colpo in più dell’avversario. Essere resistenti. Berlusconi incassa senza battere ciglio. Poi comincia ad attaccare a sua volta. Un crescendo. Usa le armi dell’avversario e Travaglio è preso di sorpresa. Poi arriva il caos, l’arbitro interpreta il regolamento e lo toglie dal suo angolo, portandolo alla sedia. Ed eccolo lì, il gesto. Un gesto che non va interpretato come un colpo di teatro, come un siparietto comico, ma come un gesto che agisce sui meccanismi psichici profondi di chi guarda. In quel momento non è Berlusconi, è l’ultimo scatto di orgoglio di un uomo che è stato umiliato. Il salto decisivo dell’uno contro tutti. E così facendo, anche se hai giudicato quel gesto inappropriato, volgare, sporco, squallido (io ero davanti alla televisione e avevo avuto le stesse identiche reazioni di noi tutti), una parte di te si convinceva che in realtà aveva vinto lui. Dal giorno dopo, l’impensabile. Berlusconi comincia a salire nei sondaggi. Se ne torna a parlare. Diventa di nuovo il centro del dibattito. Il 25 Febbraio 2013 la sua coalizione prese il 29.18%. Berlusconi, che oggi ne fa 80, e ha vissuto mille vite cadendo sempre in piedi, rischiando tutto - e in ogni modo - e ottenendo tutto, non è un fenomeno politico, economico, culturale. È un fenomeno psichico che non si risolve facilmente e che dimostra anticorpi fortissimi a tutti gli attacchi che, da anni, in vari modi e anche diretti a varie altre persone che non sono Berlusconi hanno fatto cercando di riportare il dialogo nei termini razionali e illuministi (non considerando che erano invece reazioni irrazionali e fenomeni irrazionali). In quel gesto della sedia, c’è tutta la storia d’Italia. In quel gesto della sedia, c’è tutta una storia italiana. Ma state pur certi che quando inventeranno gli psicofarmaci necessari a superare questo ormai lunghissimo momento, non saremo tutti in coda a prenderli.

Hamilton Santià