7x8=Bonito Oliva

E quindi siamo andati alla solita festa romana in casa di gente mai vista prima,  e dopo poco stavamo tutti rovinati. C’eravamo io, Matteo Keffer e Margherita buttati per terra in mezzo alla strada a bere un vino rosso che ci eravamo inculati sopra. Arriva un vecchio signore che non riusciamo a scorgere bene perché in controluce, ci chiede «7 X 8?». Noi «56», e lui «ahah, bravi, io sono Achille Bonito Oliva».  Insomma varie follie finché Umberto Scrocca ha detto «tutti a casa di Achille». E siamo andati a casa di Achille. Lì praticamente la festa è continuata, abbiamo iniziato a bere amari, liquori, Montalcino da duecento euro l’uno come se fosse tavernello. Poi il Keffer se n’è uscito «Achille famo na pasta?», e Achille «sì!!!». E ci siamo fatti ‘sta gricia. Abbiamo fatto chiamare Nic da Achille e poi il Keffer si è messo a pisciare dal terrazzo su Via Giulia, e io l’ho chiuso fuori.  Il rapporto professionale è nato che lui (Achille) mi diceva «passate giovedì prossimo al Camponeschi» (un bar in piazza Farnese) insomma ci aveva preso in simpatia, dopo poco ci ha detto che noi non avremmo dovuto mai pagare da bere in quel posto. Pian piano ci ha presentato tutti i loro pinaisti: Cucchi, Baldo Diodato… Poi mi ha proposto di organizzare un aperitivo/vernissage lì al Camponeschi e io ho subito pensato a Flavio Solo e ad Artcock. La serata è stata un successone, una cifra di gente, anche se era tutto un po’ accroccato dentro ‘sto winebar. La cosa più fica del Camponeschi è che fanno un Vodka Sour della madonna. Cioè Franchino, il barista, fa un Vodka Sour della madonna.